Docente: Lucia Santoro, Ordine Psicologi della Toscana
La Commissione Europea ha adottato per il decennio 2011-2020 un programma ambizioso sulla sicurezza stradale inteso a dimezzare le vittime di incidenti stradali in Europa, incoraggiando il miglioramento delle infrastrutture stradali e la sensibilizzando gli utenti affinché adottino un comportamento sulle strade più sicuro per se stessi e per gli altri. L’adolescente attraversa delle tappe di crescita personale scandite anche da importanti eventi come il conseguimento del patentino a 14 anni, la guida del motociclo leggero a 16 anni e poi la patente B, quest’ultima vissuta come una “dichiarazione” della propria adultità e maggiore autonomia. Tali tappe vengono anche condivise con i coetanei, insieme ad esperienze nuove, intense, “diverse” da quelle abituali, talvolta estreme, al fine di superare i propri limiti, sperimentare nuove caratteristiche e possibilità personali, alla ricerca di una nuova identità. Tutto ciò, unito ad un pensiero ancora fortemente caratterizzato da egocentrismo cognitivo, rende il ragazzo vulnerabile a situazioni rischiose ed alle pressioni dei pari nei vari contesti, tra cui quello stradale, ove accade che qualcuno si cimenti in condotte di guida tese unicamente a “far colpo” o espressione, in generale, di scarsa considerazione del carattere relazionale della strada,contesto in cui più individui stanno e che di conseguenza richiede di seguire delle regole, proprio come ciascuno fa nello stare nel gruppo dei coetanei. Mostrare questa analogia tra guida e comportamento sociale promuove l’immagine della strada come contesto in cui non si è da soli, sollecita il superamento di un pensiero egocentrico e, al tempo stesso, promuove la modalità più idonea a favorire l’interiorizzazione delle norme e, quindi, a collaborare alla promozione di una cultura della sicurezza stradale.